venerdì 14 dicembre 2012

Happy new year







Atmosfera Natalizia




La magia del Natale





mercoledì 21 novembre 2012

Curiosità sul :Castello di Vezio (Varenna) LC


Il castello di Vezio di erge su un promontorio sul fondo della Val d'Esino  e sovrasta il paese di Varenna, sito nel comune di Perledo in provincia di Lecco; ebbe origine attorno al 1100.
Nel 1891 si scoprirono alcune tombe dell'età del ferro e nel 1956 affiorarono spade, elmi e frecce in ferro con cuspide triangolare. La torre principale ha una merlatura quadrata uguale a quella del castello di Cly in Valle d'Aosta. La rocca seguì il destino di Varenna, a cui era stata unita da muri che scendevano fino al lago difendendo il borgo. Divenne un feudo vescovile insieme a Varenna.
All'interno delle mura attorno alla torre, vedrete ciò che rimane di questo avamposto militare, utilizzato della Regina Teodolinda come torre di avvistamento. Passando su un ponte levatoio si accede alla torre principale, con la possibilità di raggiungere la sua sommità.
I giardini del castello Sarete accolti da un viale in ghiaia che affianca il lato nord del Castello. In primavera sono visibili dei fiori incantevoli. Più avanti, al cancello, a sinistra si nota il lago di Como. Appoggiandovi alla balaustra si vede subito sotto Varenna. Una scalinata in salita porta nel giardino degli olivi. Nei giardini sono presenti dei sotterranei: un avamposto della Linea difensiva Cadorna (1915-1918), che avrebbe dovuto respingere ogni tentativo di invasione tedesca dalla conca di Menaggio.

Il Castello di Vezio ospita un falconiere (talvolta vestito in abiti d'epoca) che gestisce un allevamento di rapaci, curandoli e addestrandoli. I rapaci, ad oggi, sono sei, di cui due poiane di Harris (originarie dell'America centrale), una poiana ferruginosa (Stati Uniti del Nord e Canada), un barbagianni, un falco lanario e un gufo.
In alcuni orari si possono ammirare dei voli spettacolari dei rapaci.

Dalla cima della torre principale si può godere di un'ampia vista del lago di Como, particolarmente suggestiva nelle giornate più terse.

Il significato dei fiori : FIORDALISO



Secondo la dottrina classica il fiordaliso guarisce dal morso venefico del serpente, nella simbologia medievale il fiore assume l’immagine di Gesù che ha sconfitto il demonio (serpente).
Una delle più antiche leggende racconta; che la dea Flora, innamorata di Cyanus, avendolo trovato morto in un campo pieno di fiordalisi, abbia voluto che i fiori prendessero il nome del suo amato. 
In Oriente, se gli innamorati regalano alla donna amata un fiordaliso, è perchè vogliono esprimerle la speranza di ottenere felicità da lei. Rappresenta infatti la felicità nel linguaggio dei fiori ed è probabile che un riferimento tanto ambito gli derivi dal soprannome, spesso usato nei secoli scorsi, di "erba degli incantesimi". 
Nel linguaggio dei fiori per la sua delicatezza dei colori è stato assunto come simbolo di dolcezza, felicità e leggerezza.

lunedì 19 novembre 2012

Il Giglio Bianco simbolo di purezza e candore


Il giglio fù strettamente associato a numerosi Santi martiri, tra i quali Sant'Antonio da Padova, protettore del matrimonio e patrono della procreazione, rappresentato con questo fiore in mano in nome della sua purezza, nel corpo e nell'anima, e della battaglia che condusse contro il demone fin dall'infanzia. San Giuseppe venne raffigurato tradizionalmente con Gesù Bambino in braccio, mentre teneva in mano un bastone da viandante dal quale sbocciavano dei gigli bianchi, l’unico fiorito miracolosamente tra quelli posti sull'altare, e quindi decisivo per designare lo sposo di Maria, secondo quanto tramandato dal Protovangelo di Giacomo. I tre petali del giglio vennero anche ritenuti simbolici delle tre virtù – fede, speranza e carità – e quindi allusivi alla Sacra Trinità. Simbolo della Passione di Cristo sulla croce e della Santa Rinascita nella primavera della Pasqua cristiana, il giglio fu considerato candido quanto era puro il Salvatore e simile alla tromba dell’Angelo Gabriele che gioioso annuncia la Resurrezione per la sua forma a cono. I gigli rientrarono nel simbolismo religioso floreale delle piante e dei fiori che rappresentarono la vita e le virtù della Madonna nei ‘Giardini di Maria’ medievali. In alcune opere d’arte religiosa di quest’epoca comparve anche il giglio nelle tonalità arancio acceso e rosso brillante che incarnavano l’amore di Dio, anche se talvolta la varietà in giallo venne identificata con la luce divina e quella in viola come sinonimo di umiltà e di castità. Ma era comunque comunemente condivisa l’interpretazione secondo il linguaggio dei fiori: il giglio bianco – sinonimo di innocenza, purezza, rettitudine, fede, santità – venne inserito in numerosi quadri per rappresentare la Madonna e l'Angelo dell'Annunciazione nel tardo Medioevo e nel primo Rinascimento.
Pare che la Chiesa cattolica romana avesse adottato questo fiore per rappresentare la Beata Vergine Maria sia per il candore dei petali, indicativi di tanta purezza, sia per il colore dorato diffuso al loro interno, che rimandavano a valori supremi. Ma, secondo un’altra versione, questo significato religioso conclamato del giglio in rapporto alla Madonna avrebbe compreso anche il profumo del fiore quale riferimento alla divinità, lo stelo per la fede e le foglie per l’umiltà.
Una leggenda tramandava che inizialmente i gigli fossero gialli finché un giorno la Vergine Maria si chinò a raccoglierne uno che, al suo tocco, immediatamente cambiò colore e diventò bianco candido.

domenica 18 novembre 2012

Il significato dei fiori : LA ROSA ROSSA SCURO


Le Rose rosso scurissimo tendente al nero trasmettono sensazioni di addio e di morte, quindi sono dedicate ai defunti, ma segnalano anche la fine di un sentimento, di una relazione amorosa o di un'idea, ma anche l’aspirazione a un cambiamento significativo in futuro.

Curiosità sul : Castello di Fontainebleau



Il Castello di Fontainebleau è un castello rinascimentale situato a Fontainebleau. Dimora dei sovrani di Francia da Francesco I a Napoleone III, la struttura riflette nella sua complessità le varie epoche in cui è stato abitato.
Dal 1981 il castello ed il suo enorme parco sono iscritti alla lista del Patrimonio dell'umanità UNESCO.
L'edificio è contornato da una serie di giardini. La città di Fontainebleau è cresciuta attorno alle rovine della Foresta di Fontainebleau, ex parco reale dedicato alla caccia.
Il vecchio castello presente su questo sito era già usato alla fine del XII secolo da re Luigi VII, per conto del quale san Tommaso Becket consacrò la cappella. Fontainebleau era una residenze preferite da Filippo Augusto e da Luigi IX. Il creatore dell'attuale costruzione fu Francesco I, che fece erigere a Gilles le Breton la maggior parte degli edifici della Cour Ovale, tra cui la Porte Dorée, entrata meridionale. Il re invitò in Francia anche l'architetto Sebastiano Serlio e Leonardo da Vinci. La galleria di Francesco I, con i suoi affreschi incorniciati in stucco da Rosso Fiorentino, venne creata tra il 1532 ed il 1539, e rappresentavano la prima grande galleria decorata della Francia. Il Rinascimento arrivò in Francia passando per Fontainebleau. La Salle des Fêtes, durante il regno di Enrico II, venne decorata da pittori manieristi italiani, Francesco Primaticcio e Nicolò dell'Abate. La Ninfa di Fontainbleau di Benvenuto Cellini, commissionata per il castello, si trova oggi presso il museo del Louvre. Enrico IV fece passare in mezzo al parco un canale da 1200 metri (tuttora pescoso) ed ordinò di piantare pini, olmi e piante da frutto. Il parco copre 80 ettari, è cintato da mura e costellato da sentieri rettilinei. Il giardiniere di Enrico IV, Claude Mollet, che aveva fatto esperienza presso il Castello di Anet, creò degli ottimi parterre. Tre secoli dopo il castello cadde in disuso; durante la rivoluzione francese molti arredi originali vennero venduti, così come i contenuti di molti altri castelli reali, nel tentativo di recuperare soldi per lo Stato, e di evitare il futuro ritorno dei Borbone. Nonostante questo l'imperatore Napoleone Bonaparte iniziò a trasformare il castello di Fontainebleau nel simbolo della sua grandezza, quale alternativa a quello vuoto di Versailles.
Oggi una parte del castello ospita le Scuole di Fontainebleau: arte, architettura e musica per studenti statunitensi. Al piano terra è ben conservato il campo di Pallacorda (antenato del tennis) di Enrico IV. È il più grande campo al mondo di pallacorda, ed anche uno dei pochi di proprietà pubblica.


Il Significato dei Fiori :FIOR DI PESCO


Il pesco è ritenuto il simbolo della primavera e della ripresa dell'attività vegetativa dopo la lunga pausa invernale. In Egitto sulla base delle foglie lanceolate di questa pianta si è soliti attribuirle il significato del silenzio.
Regalare fiori di pesco è segno di ammirazione e profonda riconoscenza.

La leggenda della Primula


Narra una storia di molto tempo fa, di quando, per intenderci, ancora il popolo degli uomini e quello degli esseri fatati vivevano entrambi sulla terra ciascuno la propria vita, senza danneggiarsi a vicenda, che fu proprio in un prato, luminoso di primule gialle appena spuntate, che il re degli elfi perse il suo cuore per una donna mortale. Erano i primi giorni di sole, e sulla terra erano nate le primule a rallegrare i prati col loro colore di pallido oro, dopo un inverno così lungo e cupo che persino gli esseri fatati ne avevano subito la tristezza. 
Il Re degli elfi veniva da un suo splendido mondo d'oro e di cristallo, attraversato da verdi lame di luce, luminose come raggi di sole, da un mondo dove tutto era bellezza, incanto e malia e dove abitavano bellissime fate. E tuttavia, quando, affacciandosi da una delle sue torri, vide occhieggiare tra la terra ancor secca dal freddo invernale quei primi annunci di sole, venne colto dal desiderio di far visita alla bellezza del mondo degli uomini.
Proprio da quelle parti viveva un nobile re, in un castello che si alzava superbo e possente sulla collina. Anche il re era possente e superbo, e già avanti negli anni. Con lui viveva la sua giovane sposa, un po' intimorita da quel marito così altero, un po' melanconica per la solitudine alla quale la costringeva la gelosia di lui. 
Quel primo giorno di sole, anche la giovane regina, attratta dai primi raggi di luce e dai fiori gentili spuntati così numerosi nei prati, indossò un suo bell'abito di seta frusciante, verde come la tenera erba, scese dalle sue alte stanze e corse felice come una bimba verso quella promessa di primavera. Ovunque, le primule profumavano del loro profumo leggero, del profumo di ogni cosa del bosco e dei prati. 
Il re degli elfi era abituato alla bellezza del suo mondo e della sua gente, eppure, quando vide quella giovane donna mortale muoversi lieve in quel prato di primule gialle, i lunghi capelli biondi del medesimo oro quieto dei fiori appena nati....Quando vide quei capelli che le danzavano leggeri dietro le spalle una danza che sembrava in onore della primavera, incarnazione della primavera ella stessa con quell'abito di tenero verde di seta, il suo cuore fu preso in un istante, e per sempre. 
Si avvicinò dunque alla splendida giovane, promettendole che un giorno l'avrebbe condotta nel suo invisibile mondo. E lei, alzando gli occhi a guardare quella bella creatura di un'altra epoca e regno, gli lesse nel cuore i sorrisi, la dolcezza, il riso gentile che egli aveva conservati per la compagna, e si abbandonò senza esitare a quella promessa sconosciuta di gioia.
La giovane però era a sua volta sposa di re, e non poteva allontanarsi dal proprio mondo senza il consenso del suo signore. Fu così che un giorno il re fatato, si presentò alla corte del re mortale, e lo sfidò ad un gioco simile agli scacchi, che si giocava in quei tempi. 
Imbaldanzito da due vittorie consecutive, ritenendo, nella sua superbia, impensabile una sconfitta, il re mortale sfidò infine la creatura non mortale ad una terza partita, invitandola a scegliere la posta della vittoria. 
"Quello che il vincitore chiederà, sarà suo." Disse sorridendo il re degli elfi, ed il re umano non vide - accecato dall'avidità delle due splendide vittorie consecutive e dalla sua stessa alterigia - il bagliore verde negli occhi dell'avversario.
Ovviamente, questa volta la vittoria arrise all'essere fatato, che espresse il suo desiderio : voleva Lei, la bellissima sposa del re, la voleva da quando l'aveva vista danzare tra i fiori, in un giorno ormai lontano di primavera, e non era disposto ad aspettare un momento di più. L'onore non avrebbe dovuto lasciare al re degli uomini alcuna scelta, eppure egli si fece istintivamente più accosto alla sposa, stringendo la spada, e tutti i suoi cavalieri con lui.
Il re degli elfi però, sguainò la sua spada e prese ad avanzare, impassibile, mentre la schiera si apriva magicamente per lasciarlo passare, raggiunse la donna e la cinse con il braccio che non impugnava l'arma. Come per incanto, i due si sollevarono da terra, sempre più in alto, fino a quando sembrarono due uccelli, forse due cigni, che scomparvero nel sole.
Raggiunsero così la luminosa terra del sovrano fatato, ed è a causa di ciò che scoppiò la prima guerra tra gli uomini ed il popolo degli elfi, il cui re, però, non abbandonò mai la sua sposa mortale. 
Si dice che ancora oggi, talvolta, nei primi giorni di sole dopo un cupo inverno, il re degli elfi e la sua sposa vengano sulla terra a raccogliere le primule d'oro dai prati, e sarebbe questo il motivo per cui questi fiori scompaiono così rapidamente dai campi. Qualcuno racconta anche di avere intravisto la sagoma scura di due esseri, forse fatati, o forse solo due uccelli, volare in coppia contro il sole e scomparire nei cielo di primavera.

Il significato dei fiori :LA PRIMULA


Nel linguaggio dei fiori è l'emblema della prima giovinezza e della precocità. Gli innamorati la usano per comunicare alla persona che amano che: "la chiave del mio cielo è nel tuo cuore". E' anche un augurio di buona fortuna, per questo motivo, in Gran Bretagna, la si offre quale talismano, come si fa in francia con il mughetto.

Il significato dei fiori :LA ROSA BIANCA


Una dozzina di rose bianche – considerate il ‘Fiore della Luce’ – indicano purezza, castità, riservatezza, lealtà e rispetto. Associate al nuovo inizio come tutti i fiori bianchi, rappresentano anche l'amore giovanile, mentre in bocciolo indicano a una ragazza che è troppo giovane per legarsi sentimentalmente. In alcune culture native americane e in quella occidentale, è la ‘rosa della sposa’, simbolo di felicità nella cerimonia nuziale tradizionale, mentre in Scozia il fiorire di una rosa bianca in autunno è inteso preannuncio di un matrimonio precoce. Nel Galles, le rose immacolate sono il simbolo del silenzio e dell'innocenza, così spesso adornano le tombe dei bambini, mentre uno di questi fiori è portato addosso dagli orfani nel giorno della ‘Festa della Mamma’. Simbolo di umiltà, di riverenza e di spiritualità come ogni fiore candido, le rose bianche rappresentavano la purezza della Vergine – la ‘Rosa mistica in cielo’ – nell'Europa cristiana medievale.  

Il significato dei fiori :LA ROSA GIALLA


La Rosa gialla esprimeva gelosia, inganno, tradimento e infedeltà in epoca vittoriana, mentre nella cultura moderna evidenzia sentimenti puramente platonici: un’amicizia appagante, l’affetto, l’accoglienza, la gioia del prendersi cura che riscalda il cuore trasmettendo il calore del sole e il senso di esuberanza. Le rose dai petali gialli chiari sfumati in rosa pallido sono un tradizionale simbolo di socialità, dedicato anche all’amico sempre presente nei ricordi.

sabato 17 novembre 2012

Curiosità e Leggende su : LA BOCCA DELLA VERITà (Roma)


La Bocca della Verità è un antico mascherone rappresenta un volto maschile barbato, occhi, naso e bocca sono forati e cavi. Il volto è stato interpretato nel tempo come raffigurazione di vari soggetti: Giove Ammone, il dio Oceano, un oracolo o un fauno.
Il mascherone gode di fama antica e leggendaria: si presume sia questo l'oggetto menzionato nell'XI secolo nei primi Mirabilia Urbis Romae(una guida medievale per pellegrini), dove alla Bocca viene attribuito il potere di pronunciare oracoli. In essa si dice Ad sanctam Mariam in Fontana, templum Fauni; quod simulacrum locutum est Iuliano et decepit eum ("Presso la chiesa di santa Maria in Fontana si trova il tempio di Fauno. Questo simulacro parlò a Giuliano e lo ingannò").
Un testo tedesco del XII secolo racconta un mito avverso all'imperatore restauratore del paganesimo: descrive dettagliatamente come, da dietro quella bocca, il diavolo - qualificatosi come Mercurio (non a caso protettore dei commerci e anche degli imbrogli) - trattenesse lungamente la mano di Giuliano (che aveva truffato una donna e su quell'idolo doveva giurare la propria buona fede), promettendogli infine riscatto dalla figuraccia e grandi fortune se avesse rimesso in auge le divinità pagane.
Nel medioevo si fa strada la leggenda che fu Virgilio mago a costruire la Bocca della Verità, ad uso dei mariti e delle mogli che avessero dubitato della fedeltà del coniuge.
Nel XV secolo viaggiatori italiani e tedeschi ricordano, non del tutto increduli, questa pietra "che si chiama lapida della verità, che anticamente aveva virtù di mostrare quando una donna avessi fatto fallo a suo marito".
In un'altra leggenda tedesca del XV secolo ritroviamo l'immagine che "non osa" mordere la mano di una imperatrice romana che - benché avesse effettivamente tradito il suo imperiale consorte - la inganna con un artificio logico.
Una storia simile, che circolava nei racconti popolari, parlava di una donna infedele che, condotta dal marito giustamente sospettoso alla Bocca della Verità per essere sottoposta alla prova, riuscì a salvare la sua mano con una astuzia. Infatti la donna incriminata disse all'amante di presentarsi anche lui nel giorno in cui sarebbe stata sottoposta alla prova e che, fingendosi pazzo, la abbracciasse davanti a tutti. L'amante eseguì perfettamente quanto da lei richiesto. Così la donna, al momento di infilare la sua mano nella Bocca, poté giurare tranquillamente di essere stata abbracciata in vita sua solo da suo marito e da quell'uomo che tutti avevano visto. Avendo detto la verità, la donna riuscì a ritirare indenne la sua mano dalla tremenda Bocca, benché fosse colpevole di adulterio.

Il significato dei fiori : VIOLA DEL PENSIERO



Nel linguaggio dei fiori il suo significato non poteva che essere "pensa sempre a me, io penso a te".

Il Significato dei Fiori :TULIPANO GIALLO


Il Tulipano Giallo un tempo rappresentava l’amore irrimediabilmente infelice – sono un sorriso per illuminare la giornata intorno a conoscenti o colleghi, mentre quelli variegati esprimono un complimento sulla bellezza degli occhi di chi li riceve.

IL SIGNIFICATO DEI FIORI : ROSA BLU


La Rosa blu è considerata un fiore sfuggente che incarna il misterioso e il desiderare l'irraggiungibile, compreso il fantasticare nella speranza di prodigi, nuove opportunità e possibilità. 

Il significato dei fiori : ROSA LILLA


La Rosa lilla rivela l’incanto e la prima emozione d'amore, mentre quella in tonalità lavanda o quasi viola esprime un senso di maestosità, di splendore regale, ma anche l’amore a prima vista e il desiderio, pur rimandando al simbolismo della magia, all’avvertimento di procedere con cautela e discrezione.

venerdì 16 novembre 2012

CURIOSITà SUL Castello di Falkenstein (Harz) Germania


Castello di Falkenstein ( tedesco : Burg Falkenstein ) è un tedesco castello in montagna Harz risalente al Alto Medioevo periodo. Si trova nella città di Falkenstein / Harz tra Aschersleben e Harzgerode .
Falkenstein è stato costruito tra il 1120 e il 1180 ed è stato modificato spesso da allora, ma conserva ancora il carattere di un medievale castello. Ha una posizione dominante e non è mai stato catturato.
Secondo la leggenda, il castello di Falkenstein ha le sue origini in un omicidio: attorno al 1080, Egeno II di Konradsburg uccise conte Adalberto di Ballenstedt in una lotta, dopo di che l'assassino sarebbe stato fatto per dare la sua residenza di famiglia fino a essere convertito in un monastero . Come risultato, il figlio Egeno, Burchard von Konradsburg, aveva la nuova Falkenstein Castello costruito.  
Oggi il castello e il suo museo sono una delle destinazioni più popolari della montagna Harz . Fa parte della strada romanica . Il castello ha una falconeria e di un ristorante che offre piatti della cucina tradizionale 'cavalleresco' ( Ritteressen ).
Il castello è stato uno dei fondali più in serie di sette-parte dei bambini scattate da GDR televisione, Spuk Unterm Riesenrad , e uno dei luoghi per la DEFA fiaba cinematografica Schneeweisschen e Rosenrot ("Snow White and Rose Red"), così come film della serie GDR Polizeiruf 110 La Entdeckung . 



Le vostre foto : Karin Weissmann

Festung Hohenwerfen nel Salisburghese 

Brume d'autunno sul lago (Woerthersee

Curiosità sul Castello di Bran,Romania (il castello del conte Dracula)


Il Castello di Bran (Törzburg in Lingua tedesca e Törcsvár in Lingua ungherese), presso il villaggio di Bran (vicino Braşov) è un monumento nazionale della Romania. La fortezza sorge sull'antico confine tra la Transilvania e la Valacchia. Nel XIV, il castello apparteneva a un complesso di cittadelle situate sui confini. Le prime notizie di cui si dispone risalgono al 9 novembre 1377. Costruito nel 1378 sullo spuntone di una roccia, il castello di Bran doveva difendere e controllare la strada commerciale che univa la provincia di Valacchia alla Transilvania. Era anche un posto di dogana, residenza del Re. Oggi è un museo d'arte feodale .

Il Castello di Bran ha ispirato la descrizione del castello di Dracula nel romanzo di Bram Stoker, ma non è il vero manierostoricamente appartenuto al voivoda (principe) Vlad III di Valacchia. Il vero Castello Dracula è l'ormai distrutto Castello di Poenari.

Curiosità sul Castello Maschio Angioino (Napoli) Italia



Castel Nuovo, meglio noto come Maschio Angioino, è uno storico castello medievale e rinascimentale, nonché uno dei simboli della città di Napoli. Il castello domina la scenografica piazza Municipio ed è sede della Società napoletana di storia patria e del Comitato di Napoli dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, ospitato nei locali della SNSP. Nel complesso è situato anche il Museo civico della città di Napoli, cui pertengono la Cappella palatina e i percorsi museali del primo e secondo piano. 
 Il castello ricostruito da Alfonso d'Aragona si presenta di pianta irregolarmente trapezoidale ed era difeso da cinque grandi torri cilindriche, quattro rivestite di piperno e una in tufo, e coronate da merli su beccatelli. Le tre torri sul lato rivolto verso terra, dove si trova l'ingresso, sono le torri "di San Giorgio", "di Mezzo" e " di Guardia" (da sinistra a destra), mentre le due sul lato rivolto verso il mare prendono il nome di torre "dell'Oro" e di torre "di Beverello" (ancora da sinistra a destra). Il castello è circondato da un fossato e le torri si elevano su grandi basamenti a scarpata, nei quali la tessitura dei blocchi in pietra assume disegni complessi, richiamando esempi catalani. 




Sul lato del castello rivolto al mare si affaccia la parete di fondo della "Cappella palatina", o chiesa di "San Sebastiano" o di "Santa Barbara", unico elemento superstite del castello angioino trecentesco, dunque di architettura gotica. Sebbene danneggiata nel terremoto del 1456, la cappella è stata in seguito restaurata. La facciata sul cortile interno presenta un portale rinascimentale con rilievi di Andrea dell'Aquila e di Francesco Laurana e un rosone, rifatto in epoca aragonese dal catalano Matteo Forcimanya per sostituire quello del trecento distrutto da un terremoto.




I sotterranei sono costituiti da due zone situate nello spazio che si trova sotto la Cappella Palatina: la fossa del coccodrillo e la prigione dei Baroni.  La fossa del coccodrillo, detta anche del miglio, era il deposito del grano della corte aragonese, ma era usata anche per segregare i prigionieri condannati a pene più severe. Un'antica leggenda narra di frequenti e misteriose sparizioni dei prigionieri a causa delle quali fu incrementata la vigilanza. Non si tardò a scoprire che queste scomparse avvenivano a causa di un coccodrillo che penetrava da un'apertura nel sotterraneo e trascinava in mare i detenuti per una gamba dopo averli azzannati. Una volta scoperto questo furono sottoposti alle fauci del rettile tutti i condannati che si volevano mandare a morte senza troppo scalpore.In seguito per ammazzare il coccodrillo si utilizzò come esca una grande coscia di cavallo e, una volta morto, venne impagliato ed agganciato sulla porta d'ingresso del Castello.
Nella fossa dei Baroni invece si presentano al cospetto dei visitatori quattro bare senza alcuna iscrizione e sono probabilmente quelle dei nobili che presero parte alla congiura dei Baroni nel 1485.


Curiosità sul Castello di Rapallo (Genova) Italia


Il castello sul mare si trova nella cittadina ligure di Rapallo, in provincia di Genova. Il maniero è posizionato, a differenza di altri castelli o fortezze liguri, antistante lo specchio acqueo rapallese nel lungomare Vittorio Veneto. È denominato anche ilCastello Medievale, definizione errata visto che la costruzione è risalente alla seconda metà del XVI secolo a Medioevo ormai "archiviato" da cinquant'anni. All'interno è presente anche una piccola cappella dedicata a San Gaetano costruita nel 1688 con la caratteristica cupoletta con campana, ben visibile all'esterno del castello.
In ambito territoriale è il simbolo per eccezione della Città di Rapallo e dichiarato monumento nazionale italiano dal Ministero dei Beni Culturali. l 4 luglio del 1549 Rapallo subì un notevole saccheggio da parte dell'ammiraglio-pirata turco Dragut culminante con il rapimento di cento fanciulle e bambini, fatti in seguito schiavi dai pirati una volta saliti a bordo delle navi. Nonostante all'epoca a Rapallo esistesse un borgo cittadino difeso da mura naturali, costituito principalmente dalle alte case sul litorale costiero, e da torri di avvistamento tra le alture, l'attacco improvviso riuscì lo stesso complice soprattutto l'oscurità della notte. La Repubblica di Genova, alleata e protettrice di Rapallo dal 1229, arrivò come da accordi in suo soccorso ma a massacro oramai concluso permettendo però la fuga del pirata dal golfo tigullino. Sarà il capitano genovese Gregorio Roisecco, comandante delle truppe arrivate da Genova, colui che propose allora ai Rapallesi la costruzione di un maniero o castello per la difesa del borgo. 

Una locale tradizione, inserita tra gli eventi più celebri durante le festività patronali in onore di Nostra Signora di Montallegro nei primi tre giorni di luglio, vede il castello cinquecentesco protagonista di un curioso spettacolo pirotecnico. La sera del 3 luglio, serata conclusiva delle celebrazioni religiose, il castello viene dato simbolicamente "alle fiamme" con un collaudato programma pirotecnico e di fumogeni, al passaggio dell'arca argentea della Madonna di Montallegro nei pressi del maniero sul lungomare rapallese.Precedentemente l'evento del simbolico incendio vengono inoltre innescati i celebri mortaletti o mascoli liguri che detonano lungo il breve percorso che separa il castello dalla terra ferma.
Terminato il "fragoroso" scoppiettare dei mascoli il castello si colora, con l'ausilio di lacrimogeni, di un rosso intenso fino alla conclusiva "cascata bianca" dalla torretta e lungo il perimetro della fortezza.

Curiosità sul Castello di Chambord (il più vasto castello della Loira) -Francia-


Il castello di Chambord è il più vasto dei castelli della LoiraÈ stato costruito tra il 1519 ed il 1547 nei pressi di una curva del fiume Cosson, corso d'acqua affluente del Beuvron che si getta poi a sua volta nella Loira. Nel 1981 fu iscritto nella lista dei siti Patrimonio dell'umanità da partedell'UNESCO, ed ora rientra assieme a tutta la Valle della Loira.
Nel 1516 Francesco I tornò dall'Italia con il desiderio di  creare una propria area di caccia e costruire un palazzo nello stile rinascimentale italiano. Decise di costruirlo nell’area di Chambord, territorio reale dal 1498 quando il duca di Orlèans, proprietario dell’area, divenne re di Francia con il nome di Luigi XII.
I lavori iniziarono nel 1526 e il progetto originale fu modificato e ingrandito più volte dal sovrano. Il nome dell’architetto rimane sconosciuto, ma pare che fu ispirato da Leonardo da Vinci, allora architetto ufficiale di corte.
Dopo la morte di Francesco I i re di Francia abbandonarono il castello. La struttura si salvo dal degrado in seguito a restaurazioni eseguite da Gastone d’Orlèans, che lo ricevette in dono da suo fratello Luigi XIII nel 1639.
Dal 1932 è proprietà dello stato francese il quale, dopo la seconda guerra mondiale, lo fece restaurare.
Oggi il castello è visitabile e al suo interno sono organizzate manifestazioni ed esposizioni che riguardano la sua storia, come gli arazzi del medioevo. Dal 1947  Il castello è all'interno di un dominio boscoso di 5440 ettari, circondato da un muro di cinta lungo ben 32 km che lo rende il più grande parco forestale chiuso d'Europa. I cervi ed i cinghiali sono gli abitanti più rappresentativi dei suoi boschi. il parco è stato classificato come riserva nazionale di caccia e fauna selvatica.